Montagne come isole, nuvole come oceani

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Montagne e nuvole

@DOVE E QUANDO:

Immagine ripresa dalla vetta del monte Cupolino (1852 m.) nell’appennino Tosco-Emiliano il 23 febbraio 2020. La montagna che si vede all’orizzonte è il monte Amiata.

@RACCONTO

Uno dei principali aspetti che mi spinge ad andare in montagna è quello di far respirare, dare spazio e tempo al bambino che ancora fortunatamente vive in me.

E’ un bambino per molti aspetti cresciuto, più responsabile, forse più accorto, più consapevole dei propri limiti ma anche più desideroso di cercare la meraviglia della natura.

Continua ad alzarsi presto la mattina per poter vedere, anche solo per pochi istanti, un mondo che poi è impossibile raccontare a parole: così ha imparato a scattare fotografie per cercare almeno di portare a casa un ricordo di quei fugaci momenti.

Appena vidi il panorama che si palesò davanti ai miei occhi, mi vennero subito alla mente le parole di una canzone magnifica:

“Seconda stella a destra,
quello è il cammino,
e poi dritto fino al mattino,
non ti puoi sbagliare perché,
quella è l’isola che non c’è…”
(Edoardo Bennato – 1980)

@FOTOGRAFIA

Attrezzatura e dati di ripresa:

Corpo:                  Nikon D800
Ottica:                  AF-S Nikkor 70-200mm f/2.8G ED VR
Focale:                 180 mm
Tempo:                 1/200 sec
Diaframma:           f/14
Iso:                      100
Comp.Man.:          -2/3 stop

Suggerimento:

Quando l’inquadratura include grandi aree di cielo luminoso e piccole porzioni molto più scure come i profili dei monti o il suolo, l’esposimetro cercherà di calcolare una media che quasi sicuramente non sarà quella da voi desiderata.

Se scattate con una macchina digitale potete esaminare l’istogramma dopo avere scattato e poi regolarvi di conseguenza per fare uno scatto migliore.

Se scattate a pellicola e non avete feedback dalla camera, sottoesporre tra -1/3 e 1 stop ottiene spesso un risultato migliore.  In questo scatto ho sottoesposto di 2/3 di stop.

Fate attenzione:

In una scena così minimale è importante dare risalto con una focheggiatura precisa agli elementi che desiderate esaltare.

Con una lunga focale scegliendo il fuoco sulla montagna lontana si rischierebbe di non valorizzare i dettagli delle nuvole rese come onde.

Così la mia scelta è stata quella di porre il fuoco sulle nuvole lontane sotto l’orizzonte, per averle con un buon dettaglio insieme alla montagna, grazie ad un diaframma piuttosto chiuso.

@MONTAGNA

Suggerimento:

Le condizioni meteo non si prenotano, ancor meno in montagna, quindi non ho in assoluto un consiglio che vi possa garantire la ripresa di un simile scenario. Però come al solito la fortuna aiuta chi ci prova, soprattutto chi ci prova con metodo.

Ecco allora che scenari simili, con tappeto di nuvole sotto ai vostri piedi e cielo opalescente senza un sole che lo domini, si trovano quasi esclusivamente nelle stagioni fredde: inverno o inizio primavera.

E quando anche si verificano durano per poco tempo, di solito il sole scalda un po’ di più e dissolve le nuvole in basso. Quindi dovete pianificare di svegliarvi presto per trovarvi in alto già di prima mattina: e poi sperare.

Fate attenzione:

Proprio in funzione del periodo migliore per realizzare questo tipo di scatti, è importantissimo fare attenzione a come ci si muove sul terreno. Se siete esperti di montagna e avete raggiunto il luogo dove scattare con la giusta attrezzatura non avrete problemi.

Ma spesso sono le condizioni apparentemente più semplici quelle che possono essere rischiose. Magari siete saliti per un sentiero battuto, non c’è neve, e arrivate in cima ad un monte erboso per scattare: sembra fatta la parte escursionistica e vi dedicate solo all’inquadratura.

Ma nelle prime ore del giorno in inverno e primavera l’erba gelata può divenire improvvisamente scivolosa come una lastra di ghiaccio: prestate sempre attenzione a come vi muovete.

© Roberto Carnevali

Fonte: cameranation.it

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