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Fujifilm instax mini 40 è la nuova fotocamera istantanea, da 99,99 euro

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Fujifilm instax mini 40 è la nuova fotocamera istantanea analogica che punta sul design che richiama modelli del passato mantenendo la scelta tecnologica che ha dato ottimi risultati di vendita al produttore nipponico. Ma non è l’unica novità! Infatti insieme a questo nuovo modello c’è anche la pellicola compatibile “Contact Sheet” che permette di imitare il look di un classico provino a rullino.

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Le caratteristiche tecniche di Fujifilm instax mini 40

La nuova Fujifilm instax mini 40 punta sempre agli utenti che cercano una soluzione divertente, con poche funzioni e che possano ovviamente stampare “al volo” i propri ricordi su supporti fisici. Non si tratta di sostituti delle classiche fotocamere né degli smartphone e sembra che in molti abbiano apprezzato questo genere di dispositivi.

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Toshi lida (Presidente di Fujifilm Europe) ha dichiarato con il lancio del prodotto che “con il suo stile classico e chic, la nuova instax mini 40 è adatta a coloro che amano scattare e condividere foto”. Il design prevede un corpo macchina di colore nero e alcuni dettagli in argento per richiamare i modelli di molti anni fa.

Le caratteristiche tecniche di Fujifilm instax mini 40 riportano un obiettivo con due componenti e due elementi con lunghezza focale di 60 mm e apertura di f/12.7. La distanza minima di messa a fuoco è pari a 30 cm (fino a infinito) mentre in Modalità selfie varia da 30 cm a 50 cm.

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La velocità dell’otturatore varia da 1/2″ a 1/250″ con la sensibilità arriva a 800 ISO. Il tempo di sviluppo della pellicola è pari a circa 90″ mentre l’espulsione è automatica. Utilizzando il flash c’è la correzione automatica della luminosità con la ricarica che può avvenire in 6,5″ o meno (in base allo stato di carica delle batterie). L’alimentazione è fornita da due batterie AA (LR6). Le dimensioni sono pari a 104 x 121 x 65 mm mentre il peso è di 330 grammi. Fujifilm instax mini 40 sarà disponibile dal 21 Aprile a un prezzo di 99,99 euro.

Fonte: fotografidigitali.it

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Le fotocamere a stampa istantanea Kodak Step e Step Touch arrivano in Italia

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Arrivano anche in Italia le fotocamere a stampa istantanea Kodak Step e Step Touch. Si tratta di due soluzioni pensate per chi cerca nella fotografia un momento di divertimento e che non vuole una soluzione DSLR/mirrorless più grande e senza stampante integrata né limitarsi allo smartphone. Ecco le informazioni su questi due modelli.

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Le caratteristiche di Kodak Step e Step Touch

La base è comune sia per Kodak Step che per Step Touch. Troviamo quindi delle fotocamere compatte che possono stampare direttamente (in meno di un minuto) le immagini catturate con la tecnologia ZINK nel formato da 2 x 3″, molto diffuso sul mercato.

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Per quanto riguarda la parte puramente fotografica, le due soluzioni di Kodak hanno sensori da 10 MPixel e 13 MPixel di risoluzione. Entrambe possono contenere fino a 40 fogli per la stampa e hanno la modalità Photobooth. Per inquadrare i soggetti si utilizza il mirino ottico ed è previsto anche l’autoscatto da 10″ così da poter fare foto di gruppo.

La differenza tra le due soluzioni è che la Step Touch ha, nella zona posteriore, un display touchscreen da 3,5″ così da poter avere un’anteprima di ciò che si andrà a stampare. Inoltre sarà anche possibile aggiungere bordi, sticker e filtri con l’ausilio dell’app per smartphone STEP Prints. La versione Touch consente anche l’utilizzo di uno zoom digitale 2X e la possibilità di riprendere video a FHD con audio.

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Tra le due versioni c’è anche una differenza di prezzo. La versione Touch è ovviamente più costosa rispetto alla versione Step “standard” (si passa da 100 euro a 160 euro). All’interno della confezione è presente una confezione di carta fotografica per iniziare subito a scattare e stampare (inoltre è possibile acquistarla su Amazon, per esempio).

Fonte: fotografidigitali.it

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Leica Q2 Monochrom, B/N in forma compatta

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Leica introduce un nuovo modello dedicato alla fotografia in bianco e nero, questa volta nella famiglia Q di fotocamere Full Frame a ottica fissa – si tratta della nuova Q2 Monochrom.

A differenza delle cugine M Monochrom, la Q2 Monochrom risulta più accessibile per i nuovi utenti, da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista operativo. La Q2 Monochrom è infatti una digitale di impostazione moderna (mirino EVF e messa a fuoco automatica, per essere chiari).

Rispetto alla famiglia M rinuncia all’ottica intercambiabile, che non è cosa da poco ma, a conti fatti, si scopre che l’ottica fissa impone meno sacrifici di quanto ipotizzabile a priori (ovviamente sempre in riferimento alla serie Leica M).

Il design essenziale tipico di Leica si ritrova perfettamente in questo nuovo modello, così come la rinomata razionalità del marchio che si traduce in un’eccellente efficacia in fase di scatto.

Non mancano piccoli peccatucci, come la commutazione del mirino EVF non perfetta, o peculiarità (per meglio dire, concessioni alla storia del marchio), come lo zoom digitale con cornici. Nel complesso, però, l’esperienza di scatto è molto piacevole e sa rapire.

Per avere possedere questo gioiellino, bisogna spendere esattamente 5.685 Euro, 610 Euro in più rispetto all’equivalente modello a colori.      

Fonte: fotografidigitali.it

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Nikon ha sviluppato un sensore CMOS Stacked 4Kx4K da 1000 fps

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La novità di un sensore sviluppato totalmente in casa da Nikon è certamente interessante. Per le sue fotocamere generalmente la casa giapponese si affida a soluzioni di terze parti, ma come compagnia che sviluppa e produce strumenti ottici, Nikon ha portato avanti in questi anni anche la ricerca e lo sviluppo di sensori.

La novità, annunciata al ISSCC (International Solid-State Circuits Conference) di San Francisco è un sensore CMOS quadrato in formato da un pollice con struttura stacked, in cui il lato esposto alla luce è formato dai fotodiodi e tutta l’elettronica di lettura è spostata in uno strato più in basso. In questo modo viene da un lato massimizzata l’area dei fotodiodi (2.7 × 2.7 μm), dall’altro è possibile una lettura molto veloce dei dati, in quanto ogni blocco di pixel è direttamente montato sul sistema di lettura.

I dati sono molto interessanti: il sensore può riprendere immagini 4224×4224 pixel (circa 17,8 megapixel) a 1000 fotogrammi al secondo. Inoltre la struttura a 264×264 blocchi da 16×16 pixel permette un’esposizione individuale HDR dei blocchi, per raggiungere 110 dB di gamma dinamica. Scendendo a 60 fps la gamma dinamica sale addirittura a 134 dB.

Nel comunicato stampa di Nikon viene messo in evidenza come oggigiorno i sensori trovino molte applicazioni che vanno al di là delle fotocamere e degli smartphone, con utilizzi crescenti in diverse industrie, in primis quella dell’automotive.

Vedere Nikon attiva nel mondo dei sensori è certamente una buona notizia: il futuro del comparto fotografico dello storico marchio giapponese passa anche dalla capacità di innovare in prima persona e dall’avere alle spalle una solida realtà industriale, in grado di diversificare i propri ambiti d’azione.

Fonte: fotografidigitali.it

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Fotografia istantanea, due filosofie a confronto: Polaroid Now e Fuijifilm Instax Mini LiPlay

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La storia della fotografia è fatta di piccole rivoluzioni. Le più importanti sono certamente quelle che ne hanno ‘democratizzato’ l’uso e portato più persone ad avvicinarsi alla fotografia. L’invenzione della fotocamera portatile, da parte di Oskar Barnack, è certamente una di queste (a proposito, sapete perché il classico rullino 35mm ha 36 pose? Trovate la risposta in questo articolo su Barnack e Leica). Poche invenzioni hanno avuto sulla cultura di massa però l’influenza dell’invenzione della fotografia istantanea, quella che permette di vedere la foto scattata pochi minuti dopo la ripresa, senza dover attendere le complesse operazioni dello sviluppo in camera oscura. Una cosa che alle nuove generazioni appare scontata, abituate alla fotografia digitale e alla possibiltà di vedere subito il risultato sullo schermo dello smartphone o della fotocamera digitale.

Bombardati da file digitali e immateriali, i giovani e i bambini di oggi sono molto attirati dalle fotografie che si possono anche toccare. Provate a regalare a un bambino un fotolibro con le foto dei viaggi e dei momenti in famiglia e lo vedrete scorrere le pagine ogni volta con meraviglia. Provate poi a scattare una foto con una fotocamera istantanea, con la stampa che viene ‘sputata’ fuori dalla macchina appena dopo il click: l’effetto ‘Wow‘ è sempre assicurato. Molte tecnologie si sono rincorse negli ultimi anni nel settore della fotografia istantanea, da un lato per correre ai ripari per la scomparsa di alcuni dei vecchi supporti a sviluppo istantaneo (per le limitazioni di carattere ambientale ad alcuni reagenti) sia per cercare di intersecare fotografia digitale e sviluppo istantaneo.

La storica Polaroid è arrivata con il fiato corto alla rinascita della fotografia istantanea, anzi ci era arrivata del tutto senza fiato, gettando la spugna prima che i tempi fossero nuovamente maturi. Fujifilm, che aveva le spalle ben più grosse, è invece a farne un segmento di successo, in grado in alcuni momenti di venire in aiuto al budget di altre divisioni in difficoltà.

Dal lato suo Polaroid è rinata per la testardaggine di alcuni dei suoi ultimi lavoratori, dapprima nella forma di Impossible Project, che è poi cresciuto a tal punto da riprendere il controllo del marchio Polaroid. Polaroid Originals, con Polaroid Now sono il frutto di questo ricongiungimento e marchio e primo prodotto del nuovo corso.

Polaroid e Fujifilm oggi portano avanti una strategia duale, fatta da un lato di prodotti tradizionali a pellicola a sviluppo istantaneo e dall’altro da prodotti di stampa istantenea che permettono di materializzare in pochi secondi gli scatti digitali. Due filosofie che intercettano esigenze diverse e in questo articolo cercheremo di vedere quali.

Polaroid Now – La Polaroid di una volta

Polaroid Now lascia apparentemente poco spazio alla modernità. Figlia del DNA Polaroid è una fotocamera analogica a sviluppo istantaneo. Rilegge però la tradizione in chiave moderna, cercando di introdurre alcune delle innovazioni a cui tutti ormai siamo abituati, in primis autofocus ed esposizione automatica, oltre a una comoda porta USB per la ricarica (la batteria non è più nelle pellicole come una volta), che permette di scattare 15 pellicole con una singola carica, accessibile dal caricatore dello smartphone. Riporta in vita la tradizionale esperienza di scatto Polaroid. si punta, si scatta, si attende con una certa emozione il lento svelarsi della foto sulla pellicola, con la soddisfazione (o delusione) finale che si dipana assieme allo sviluppo della foto.

Fujifilm Instax Mini LiPlay – Istantanea digitale con audio

Fujifilm Instax Mini LiPlay è al contrario il massimo dell’ibridazione. Nasce dall’unione tra una fotocamera digitale con sensore CMOS da 1/5″ e risoluzione di 2560 x 1920 pixel e una stampante a pellicole istantanee. Aggiunge però anche un microfono per ‘stampare’ l’audio nelle fotografie (sotto forma di QR code che rimanda a un link sul web dove l’audio è memorizzato) e uno slot MicroSD. Permette di scattare anche a distanza di tempo dallo scatto e di selezionare gli scatti non buoni e da buttare per evitare di sprecare pellicola inutile. Inoltre può connettersi allo smartphone e fungere da stampante per le foto scattate con il telefonino.

Fotografia istantanea, ma diverse filosofie

Siamo quindi di fronte a due filosofie diametralmente opposte, la prima che affonda le radici nella tradizione e lì si ferma, la seconda che invece cerca di declinare la fotografia istantanea in chiave più moderna.

Da utente ormai abituato a scattare in digitale da molti anni, devo ammettere che il primo approccio è quello che inizialmente mi ha più intrigato, ma che si è rivelato poi meno adatto alla vita di tutti i giorni. Visto anche il costo delle pellicole (16 euro per 8 fogli per la Polaroid e poco più di 10 euro per 10 fogli per Instax Mini), ogni scatto sbagliato si fa sentire sul portafoglio ed è una cosa a cui bisogna riabituarsi. Inoltre serve un po’ di esperienza per familiarizzare con la sensibilità della pellicola (unita all’apertura non elevata dell’ottica): laddove in digitale è oggi facile portare a casa uno scatto, il risultato a pellicola non è sempre garantito. Può venire in aiuto il flash integrato di Polaroid Now, ma non ha una grande gittata e il sistema di esposizione automatica non sempre lo gestisce al meglio.

Molto più facile, anche se meno romantico, l’utilizzo della Instax, che scatta in digitale e permette di valutare la resa dello scatto prima di mandarlo in stampa. Inoltre la fotocamera mette a disposizione il classico strumento di compensazione dell’esposizione automatica, per compensare eventuali errori di lettura e un piccolo LED viene in aiuto nelle situazioni in cui la luce è scarsa. In perfetto stile post-Instagram, la fotocamera Fujifilm mette a disposizione una serie di filtri per modificare le immagini, oltre a diverse cornici.

Instax Mini LiPlay, come dice anche il nome, gioca molto sulla compattezza, risultando tra le più ‘tascabili’ nel novero delle fotocamere istantanee, mentre Polaroid Now ha le dimensioni delle sorelle maggiori degli anni che furono. Per restare piccola e compatta la proposta Fujifilm utilizza le pellicole Instax Mini, che, come di nuovo dice il nome, hanno un formato particolarmente ridotto, con un fotogramma in dimensioni di 46×62 millimetri, mentre l’area dell’immagine delle Polaroid è decisamente più ampia: 79×79 millimetri. In casa Fujifilm ci sono anche formati più ampi, con le pellicole Square da 62x62mm e Wide da 99x62mm, che richiedono l’utilizzo di altri corpi macchina. Sia per Polaroid sia per Instax sono disponibili diversi tipi di cornice, dalle più classiche a quelle colorate o ornate di vari motivi grafici.

Instant Camera, quale scegliere?

Molti si potrebbero fare la domanda ‘Instant Camera, perché sceglierla‘ con tono un po’ sarcastico, ma in realtà oggigiorno, sebbene l’istante sia più spesso catturato e condiviso tramite gli smartphone, le macchine fotografiche con pellicole a sviluppo istantaneo possono avere ancora senso. Hanno senso perché stimolano più sensi. Perdonerete il gioco di parole, ma una fotografia osservata sullo schermo di un cellulare non ha la stessa esperienza sensoriale di una stampata e maneggiata, magari di cui si è anche osservato con trepidazione il processo di sviluppo. In questo senso Polaroid Now è molto più tradizionalista ed emozionale e regala ancora quella trepidazione al chiedersi ‘Chissà com’è venuta la foto‘ tipica dello scatto a pellicola in generale. Il fatto di avere degli scatti “costosi” può anche portare ad un approccio più ponderato contro la bulimia da click propria del mondo digitale e risultare, anche per fotografi ‘navigati’ propedeutico a scatti più ragionati, e quindi a risultati migliori in generale.

Fujifilm Instax Mini LiPlay è invece un ponte verso una modernità più ibrida, dove lo scatto è digitale, può essere rivisto, scelto, modificato e poi stampato. In questo senso è molto simile all’accoppiata tra uno smartphone e una stampante istantanea, prodotto che entrambi i marchi mettono a disposizione. In realtà la fotocamera ujifilm Instax Mini LiPlay può essere utilizzata in modo duale in quanto una volta connessa allo smartphone è in grado di stampare le fotografie riprese con il telefonino. Viste le prestazioni degli attuali smartphone, con moduli molto più evoluti di quelli della piccola Fuji e in grado di accedere alla ‘fotografia computazionale’ con risultati notturni strabilianti, è una caratteristica da non sottovalutare.

In chiusura un consiglio: che sia istantanea, uscita da una stampante o mandata a stampare presso un laboratorio, stampate le vostre foto. Non c’è nulla di più bello di trovare una vecchia foto in fondo a un cassetto e lasciarsi trasportare dai ricordi. Tra 15/20 anni potreste anche ritrovare un vecchio smartphone in fondo a un cassetto, con migliaia di foto e ricordi, ma accenderlo potrebbe essere un’impresa.

Fonte: fotografidigitali.it

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Fujifilm instax SQUARE SQ1 con pellicole istantanee più grandi

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Fujifilm instax SQUARE SQ1 è il nuovo modello dell’apprezzata gamma di fotocamere istantanee realizzata dal produttore nipponico. Non cambia l’idea di base di questo genere di soluzioni puntando sulla semplicità d’uso e su uno stile “giocoso”.

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Rispetto ai modelli della linea mini, nel caso della Fujifilm instax SQUARE SQ1 le stampe istantanee sono 1,5 volte più grandi. Per renderne semplice l’utilizzo anche agli utenti meno esperti troviamo l’esposizione automatica e la modalità One-Touch Selfie.

La prima permette di rilevare la luminosità ambientale automaticamente quando si preme il pulsante di scatto ottimizzando la velocità dell’otturatore e la potenza del flash senza che l’utente intervenga. La seconda permette di scattare selfie semplicemente con il piccolo specchio incorporato nel corpo macchina e con le regolazioni della messa a fuoco e dell’esposizione dedicate allo scatto ravvicinato. Il tutto con un solo click.

Le caratteristiche tecniche riportano una messa a fuoco da 30 cm a infinito (o da 30 cm a 50 cm in modalità selfie). La velocità dell’otturatore varia da 1,6″ a 1/400″ mentre lo sviluppo della pellicola avviene in circa 90″. Le dimensioni del corpo macchina sono di 130,7 x 118,6 x 57,5 mm con un peso di 390 grammi. Le dimensioni della parte effettivamente visibile della pellicola sono di 62 x 62 mm.

Con il lancio di Fujifilm instax SQUARE SQ1 sono state annunciate anche due nuove pellicole istantanee: instax SQUARE Rainbow (che ha bordi con diverse gradazioni di colore) e instax SQUARE Monochrome. Questo permette di ampliare la versatilità e la creatività di una soluzione che rimane comunque minimalista e semplice.

La disponibilità della nuova fotocamera istantanea è data per il 30 Settembre 2020. Sarà disponibile nelle colorazioni Terracotta Orange, Glacier Blue e Chalk White con un prezzo di 129,99 euro. Invece le nuove pellicole avranno un prezzo di 10,99 euro (Rainbow) e 11,99 euro (Monochrome).

Fonte: fotografidigitali.it

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Canon PowerShot Zoom: da prototipo al crowdfunding in un anno

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Durante la fiera nipponica CP+ 2019 venne mostrato in forma di prototipo: a quasi un anno di distanza una versione commerciale di Canon PowerShot Zoom è ora oggetto di una campagna di crowdfunding in Giappone. Un possibile primo passaggio per poi diventare un prodotto disponibile in altri mercati.

Canon PowerShot Zoom: compatta ma con zoom fino a 800 mm

La fotocamera Canon PowerShot Zoom è un concept particolare che punta su compattezza, leggerezza (144 grammi), facilità d’uso e grande capacità d’ingrandimento. Il suo design somiglia a quello di un cannocchiale nascondendo al suo interno un sensore CMOS da 1/3″ con risoluzione di 12,1 MPixel.

Canon PowerShot Zoom

Per l’elaborazione delle immagini c’è un processore DIGIC 8 (lo stesso di Canon EOS 90D, per esempio) permettendo di registrare video in formato FHD a 24p ma anche di scattare fotografie. Ma una delle caratteristiche più interessanti di Canon PowerShot Zoom è la capacità di ingrandimento da 100 mm a 400 mm (equivalenti) con apertura compresa tra f/5.6 e f/6.3 e fino a 800 mm con zoom digitale. Gli ISO variano da 100 a 3200.

Per migliorare l’usabilità e la qualità d’immagine è presente la stabilizzazione ottica ma anche il Face AF sfruttando la conoscenza di Canon sull’argomento. La connettività invece prevede una porta USB Type-C per la ricarica e una scheda microSDXC per salvare i file registrati.

Il design è pensato per gli utenti meno smaliziati e sul corpo sono previsti pochi pulsanti. Troviamo infatti quello on/off, menù e la gestione dell’ingrandimento oltre a quello per scegliere tra foto e video. Tutti i tasti sono raggiungibili semplicemente con l’utilizzo di un dito anche durante l’osservazione permettendo di non perdere neanche un’istante dell’azione (come visibile nella fotografia qui sotto).

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Nell’intendo del produttore, Canon PowerShot Zoom potrebbe essere impiegata per esempio durante una gita o allo stadio senza doversi portare ingombranti attrezzature. Il prezzo durante la campagna di crowdfunding è fissato a 300 euro circa, ed è quindi piuttosto allettante. Attualmente mancano una ventina di giorni alla fine ma sono già stati raggiunti 240 mila euro di fondi con quasi 1000 utenti che hanno versato la cifra.

Fonte: fotografidigitali.it

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Olympus e MQT: con JIP sparirà la serie E-PL, rimarrà la fascia alta

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Non si tratta ancora di una notizia ufficiale, anche se presto potrebbe arrivare un comunicato stampa da parte di JIP (Japan Industrial Partners). Nel futuro di Olympus e delle sue fotocamere MQT ci potrebbe essere spazio solo per la fascia alta e non più per la serie E-PL, a prezzi più contenuti.

olympus pen

Le informazioni arrivano da una “soffiata” di un dirigente di JIP che ha parlato con 4/3 Rumors spiegando quali potrebbero essere le mosse per il 2021. Anche se i nomi delle fotocamere di Olympus rimarranno presumibilmente gli stessi, non ci sarà più l’iconico brand.

Inoltre, in un’ottica di guadagno, la serie economica E-PL (PEN) verrà completamente dismessa. Non è una notizia nuova, visto che già in una recente intervista a un dirigente di Olympus era emersa questa possibilità. Le fotocamere con un prezzo massimo di 500 euro sarebbero infatti troppo poco remunerative per continuarne la produzione. E la nuova proprietà ha bisogno di combattere in un mercato decisamente ostico.

Ora non resta che attendere e vedere le mosse ufficiali di JIP nei prossimi mesi. Sicuramente i dirigenti si troveranno di fronte a un compito difficile e a un’ottimizzazione delle risorse necessaria. Sarà premiata dagli utenti la nuova strategia?

Fonte: fotografidigitali.it

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Laowa 50mm f/2.8 2X Ultra Macro APO: un nuovo obiettivo macro per MQT

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Nel mese di Luglio, Venus Optics ha annunciato una serie di obiettivi compreso un ultra-grandangolare rettilineare e sei obiettivi dedicati all’attacco L. Ora arriva anche il nuovo Laowa 50mm f/2.8 2X Ultra Macro APO, pensato per le fotocamere MQT. Secondo il produttore, il primo modello al Mondo con queste caratteristiche per questo genere di sensori.

Gli utenti di fotocamere in formato MQT potranno così un rapporto massimo d’ingrandimento di 2:1 a una distanza minima di 13,5 cm. Come intuibile dal nome, si tratta di un obiettivo apocromatico (eliminazione delle aberrazioni cromatiche).

Non c’è messa a fuoco automatica ma solo manuale, mentre l’apertura può essere regolata dalla fotocamera. Il design ottico di Laowa 50mm f/2.8 2X Ultra Macro APO prevede 14 elementi suddivisi in 10 gruppi con un diaframma a 7 lamelle. Come si può vedere nelle immagini campione qui sotto è possibile realizzare ingrandimenti apprezzabili con un livello di dettaglio molto elevato, per la gioia degli utenti di fotocamere micro quattro terzi (MQT/MFT).

La lunghezza focale è pari a 50 mm mentre l’apertura massima è f/2.8. Sono supportati filtri da 49 mm mentre le dimensioni complessive sono pari a 53,5 x 79 mm con un peso di 240 grammi. Attualmente questo modello è in vendita sul sito ufficiale di Venus Optics per 399 dollari con le spedizioni che inizieranno dalla fine di Agosto 2020.

Fonte: fotografidigitali.it

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